Il primo turco. Negando la poltrona ad Ursula, in un colpo solo Erdogan è riuscito a offendere e umiliare la Presidente della Commissione Europea, quindi l’Europa e i suoi popoli e, in quanto donna la Presidente, tutte le donne europee, e forse non solo. Nella migliore delle ipotesi Ankara ha commesso una gaffe. In questo caso perché non presentare le scuse e trovare immediatamente una poltrona per Ursula accanto ai due? Non lo ha fatto. Un gesto intenzionale? Non si rifiuta una sedia neanche al tuo peggior nemico se lo inviti a casa tua per parlare e trovare un accordo. La terza possibilità è che tutto si sia svolto nella norma, le donne sono esseri inferiori e subalterni che non hanno gli stessi diritti degli uomini punto. Il loro posto è il divano. Del resto la Turchia non è forse uscita dalla convenzione di Istanbul, il cui scopo è quello di contrastare la violenza contro le donne? Rifiutare a una donna di poter sedere al pari con uomini significa umiliarla, cioè usare violenza contro di lei. In Turchia si può.
Il secondo turco. Le giustificazioni di Charles Michel, presidente del Consiglio Europeo, che ha dovuto decidere il da farsi “sur le champ”, pur comprensibili in linea di massima, avrebbero dovuto cedere al cospetto di altre ragioni ben più solide. “La protezione delle donne dalla violenza, ma in generale la difesa dei diritti umani sono un valore europeo fondamentale. Direi anche di più, sono un valore identitario per l’Unione Europea” (Mario Draghi). Fondamentale ed identitario. E se si è scordato i principi universali Michel doveva lasciare il posto a Ursula almeno per cortesia o per cavalleria mettetela come volete. Se è rimasto impalato allora, non è forse è il caso che si alzi oggi?
160° Unità d’Italia, 10 aprile 2021, Beretta Roberto Claudio