Bologna città 30

E’ passato un anno dall’introduzione del limite dei 30 km/h a Bologna e nessun pedone è stato ucciso in questo periodo (la media annuale degli ultimi dieci anni è stata di 6 morti). I primi dati resi disponibili sono molto incoraggianti ed in controtendenza con quelli nazionali. Vediamoli. Zero pedoni uccisi. Diminuiti i pedoni investiti (-16%). Dimezzate le persone decedute in incidenti stradali (-49%). Meno feriti (-11%). Meno incidenti (-13%). Meno incidenti gravi (-31%). Calo del traffico veicolare (-5%) e dell’inquinamento da biossido d’azoto (-29%). Aumentati gli spostamenti in bicicletta (+10%). Bike sharing + 69%. Car sharing + 44%. Il provvedimento è stato inizialmente molto contestato. Un provvedimento tuttavia dettato dal buon senso (più velocità più pericolo), dall’esperienza (la velocità è la prima causa di incidenti mortali in città, i morti sono soprattutto pedoni ciclisti motociclisti), dal desiderio di migliorare la qualità della vita (meno rumore, meno inquinamento, minor consumo di energia, più mobilità attiva, più salute, migliore fruizione degli spazi cittadini, maggiori possibilità di relazioni sociali e commerciali). Se questo favorevole trend verrà confermato anche nei prossimi anni, e non c’è ragione per non crederlo, l’esempio di Bologna potrà essere proficuamente adottato da altre città italiane.

cittadiniditalia, 18 gennaio 2025, 164° unitàditalia

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