La radio nel supermercato diffonde la notizia che in Europa entro l’estate saranno disponibili dosi di vaccino sufficienti per immunizzare il 70% degli adulti. Un cliente di mezza età si agita e commenta a voce alta che è tutta una presa in giro (uso una perifrasi eufemistica), palesando un giudizio negativo diretto non si capisce bene contro quali soggetti, se i mass-media, le istituzioni sanitarie, il governo, i politici in generale, i burocrati di Bruxelles. A nessuno per fortuna passa per l’anticamera del cervello di controbattere. Ho incontrato spesso persone simili, anche in ambiente lavorativo. Sono persone che in genere non conoscono, o conoscono incompiutamente, i termini della questione ma credono di saperne più degli altri, si sentono vittima di qualcuno vuoi per pregiudizio vuoi per frustrazione, e di conseguenza pensano di essere giustificati a remare contro l’autorità di turno, misconoscendo il lavoro di chi è preposto ad affrontare i problemi, ignorando la fatica della decisione, il peso della responsabilità.
Certamente la crisi socio-economica ingigantita dalla pandemia, ha fatto scoperchiare la rabbia di fasce di cittadini impoveriti, e alimentato la sfiducia nella politica, nei gangli decisionali-operativi, nelle istituzioni. Sono un macigno i novantamila morti, gli ospedali al collasso, gli operatori sanitari sfiniti, quasi mezzo milione di posti di lavoro persi, soprattutto fra le donne, esercizi commerciali e partite iva chiuse, una generazione di giovani che si gioca il futuro per il blocco delle attività scolastiche, l’aumento di depressioni e suicidi, una surreale crisi politica.
Ma attaccare tutto e tutti senza costrutto non porta mai a niente. Sentiamo il disperato bisogno di credere concretamente in qualcuno. Che non sia però il solito messia omniscente ed onnipotente. Abbiamo invece bisogno di fidarci di noi stessi e del nostro prossimo. Pensare in positivo, fare il proprio dovere, metterci a fare la nostra piccola parte costruttiva, considerare che con noi ci sono milioni di altri cittadini che si adoperano allo stesso modo per la sicurezza e la crescita della nazione, anche nell’amministrazione pubblica e perfino nella politica. Abbandonare la superbia che ci fa credere di avere solo noi la soluzione in tasca. Ascoltare dialogare partecipare fidarsi dell’altro. C’è una bellissima scoperta che facciamo in questa crisi, ed è che vi sono nel nostro paese moltissime realtà professionalità potenzialità che solitamente non consideriamo e che invece operano nel quotidiano, che vengono messe al sevizio della comunità intera con umiltà dedizione senso del dovere sacrificio, in alcuni casi fino a dare la vita.
159° Unità d’Italia, 2 febbraio 2021, Beretta Roberto Claudio