Giancarlo Muzzarelli, sindaco di Modena, ha dato il via con una sua denuncia alle forze dell’ordine, ad un’inchiesta su un sodalizio mafioso che ha cercato di utilizzare conoscenze del sindaco al fine di ottenere l’autorizzazione di apertura di una sala scommesse nel territorio comunale. I fatti sono abbastanza noti. Un boss mafioso intende realizzare una sala slot in via Emilia. Crea una società ad hoc. Per una serie di errori burocratici l’autorizzazione non viene concessa dagli uffici comunali competenti. Il boss non si arrende e cerca di “agganciare” il vertice dell’amministrazione comunale per superare l’ostacolo. A tale proposito viene individuato un amico del sindaco, il quale viene avvicinato in un ristorante da un uomo che gli chiede di intercedere presso di lui. Sentito il racconto Muzzarelli si insospettisce, segnala l’accaduto ai carabinieri, viene aperta un’inchiesta (uno dei filoni di “Perseverance”). A marzo il boss viene arrestato.
Una storia ordinaria. Che mostra come le mafie in Emilia, benchè decimate da numerosi arresti siano ancora presenti e capaci di rigenerarsi, e di come l’infiltrazione mafiosa necessiti e si avvalga di un numeroso insieme di fiancheggiatori fatto di colletti bianchi, geometri, consulenti fiscali, imprenditori edili, intermediari.
Una storia di normale quotidianeità che mostra come amministratori con la schiena diritta, che credono nel valore della legalità, che non dimostrano paura, che si fidano delle forze dell’ordine e della magistratura, che agiscono sempre con rigore e nell’interesse dei cittadini e delle istituzioni, sono elementi indispensabili per contrastare efficacemente i progetti e le attività mafiose.
“Ognuno deve fare il proprio dovere”, sono le non straordinarie parole del sindaco di Modena.
160° Unità d’Italia, 31 marzo 2021, Beretta Roberto Claudio