La vicenda della Lombardia in rosso non rosso è paradigmatica di quali scempi possa fare l’attuale assetto amministrativo Stato-regioni. Un esempio di come una molto probabile anzi quasi certa inefficienza di un’amministrazione periferica possa essere rovesciata contro altri soggetti istituzionali con l’intenzione di sfuggire alle proprie responsabilità, e di come possa essere usata come propaganda politica contro lo Stato con l’inevitabile risultato di indebolirlo. Inefficienza che diventa materia di polemica e di conflitto fra Stato e regioni, inefficienza che causa enormi danni materiali – mancato profitto di attività commerciali e lavorative in genere – ed esistenziali ai cittadini, privati per errore di alcune libertà personali. Le class actions che sono all’orizzonte sfoceranno in richieste di risarcimento alle istituzioni. Al netto, non ha importanza quale delle due istituzioni pagherà, se il Ministero della Salute o la regione Lombardia, perchè in entrambi i casi saranno i medesimi cittadini che denunciano e che hanno subito i danni a pagare. Un corto circuito diabolico. Si tratta infatti sempre delle stesse persone che pagano, di volta in volta italiani o denominati lombardi. L’esempio vuole mostrare quanto sia costosa per il portafoglio e deleteria per la tenuta della nazione la tanta invocata autonomia. Il sistema delle regioni va ripensato ex-novo. Al momento non sembra far altro che moltiplicare per 20 i centri di potere, i costi, i conflitti, gli errori, i danni, le divisioni. Naturalmente non è colpa di nessuno.
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Il 13 gennaio il sindaco di Peschiera Borromeo, Caterina Molinari, si accorge che qualcosa non va sul portale messo a disposizione dalla regione ai comuni, e che consente ai sindaci di monitorare ed attivare azioni efficaci per contrastare il contagio a supporto della popolazione colpita. Improvvisamente i positivi di Peschiera passano dai 400 del giorno prima a 1200. Grazie alla sua dimestichezza con i numeri il sindaco, che è ingegnere, scopre rapidamente che tutti i pazienti inseriti da settembre, anche queIli guariti o che si sono negativizzati al tampone, sono tornati ad essere computati come infetti. In altre parole nel portale della regione venivano via via sommati tutti quelli che erano stati positivi senza sottrarre i guariti. Il sindaco invia una comunicazione ufficiale al Presidente di regione Lombardia, all’azienda sanitaria Milano Città Metropolitana, alla prefettura di Milano segnalando il malfunzionamento del sistema di Biosorveglianza di Regione Lombardia. Il sindaco conclude richiedendo un intervento immediato per risolvere la problematica riscontrata.
Lo stesso giorno l’Istituto Superiore di Sanità (ISS) sulla base dei dati forniti settimanalmente dalla regione, calcola un indice Rt di 1,4, e fa precipitare la Lombardia in zona rossa.
Secondo l’ISS, vedi comunicato stampa n° 8/2021 ‘Rettifica dati necessaria per il ricalcolo di Rt’ – da maggio 2020 a gennaio 2021 la Lombardia ha segnalato “una grande quantità di casi, significativamente maggiore di quella osservata in altre regioni, con una data di inizio sintomi a cui non ha associato uno stato clinico e che pertanto si è continuato a considerare inizialmente sintomatici.” Sempre da maggio l’istituto ha inviato 54 segnalazione di errori, incompletezze e/o incongruenze alla regione Lombardia. L’ultima delle quali il 7 gennaio, “gli epidemiologi dell’ISS chiedono ai tecnici della Lombardia di verificare i loro dati segnalando l’anomalia rispetto a tutte le altre Regioni e chiedono di verificare la completezza dei campi relativi allo stato clinico. La richiesta è stata fatta in ragione del fatto che alle Regioni spetta il compito della verifica dei dati e la della loro congruità poiché sulla loro solidità si basa l’attendibilità della stima dell’Rt elaborata dall’ISS.”
15 gennaio. Il governatore Fontana, informato da Roma dal ministro Speranza che la Lombardia sta per essere allocata in zona rossa, dichiara ai microfoni che c’è qualcosa che non funziona nei conti così come vengono effettuati, critica la decisione del ministro, parla di punizione immeritata per la Lombardia, afferma che il conteggio Rt è estremamente opinabile e si riferisce a dati vecchi. Annuncia ricorso se la Lombardia sarà effettivamente collocata in zona rossa.
16 gennaio. La Lombardia è classificata zona rossa con ordinanza del Ministro della Salute. Inizia un corpo a corpo fra regione Lombardia Istituto Superiore di Sanità Ministero della Salute, in cui intervengono senza alcun titolo governatori dello stesso colore (politico) a dar man forte a regione Lombardia, nonché il segretario della Lega con gli abituali ritornelli contro il governo validi in ogni situazione. Seguono richiesta di sospensione temporanea dell’ordinanza ministeriale, accuse di mistificazione della verità, di manipolazione della verità ad uso propagandistico, di sequestro di massa, di richiesta di risarcimenti, passando per l’astio di Roma nei confronti del sistema produttivo lombardo e in generale di tutti i lombardi. Si preannuncia ricorso al TAR del Lazio (tra parentesi il TAR del Lazio si trova a Roma).
19 gennaio. Regione Lombardia deposita al TAR del Lazio ricorso contro l’ordinanza del Ministero della Salute. Fontana chiede al ministro di rivedere i parametri che regolano l’assegnazione dei colori. Nella stessa data in una riunione tecnica con l’ISS richiesta dalla stessa Lombardia viene segnalata l’ipotesi che in particolare la mancata compilazione della voce relativa allo stato clinico potrebbe essere alla base della distorsione dell’indice Rt e quindi dell’assegnazione al rosso.
20 gennaio. Nel comunicato stampa dell’ISS si afferma che regione Lombardia invia all’istituto “come di consueto l’aggiornamento del suo database. In tale aggiornamento si è realizzata anche una rettifica dei dati pregressi. In particolare, è cambiato il numero di casi in cui viene riportata una data inizio sintomi e, tra quelli con una data di inizio sintomi, la compilazione del campo “stato clinico”. Complessivamente, questi cambiamenti hanno ridotto in modo significativo il numero di casi che hanno i criteri per essere classificati come sintomatici e pertanto inclusi nel calcolo dell’Rt”. In altra parte del citato comunicato stampa “si precisa che gli ultimi inserimenti da parte della Regione Lombardia risalgono alle ore 10.58 e alle ore 14.51 del 20 gennaio 2021 con una rettifica dei dati pregressi presenti alla data 13 gennaio 2021: eliminando la segnalazione di una data inizio sintomi in 4.875 casi segnalati; diminuendo di 17.654 casi quelli classificati in precedenza come sintomatici; aumentando di 12.779 casi quelli classificati come asintomatici.”
23 gennaio. In una nota Fontana ricorda “ai professionisti della mistificazione della verità che i dati richiesti alla Lombardia sono sempre stati forniti con puntualità e secondo i parametri standard”. Finisce sui banchi degli imputati anche ‘il mal funzionamento’ dell’algoritmo che determina l’Rt. Il ministro Speranza non è dello stesso parere: “La Lombardia ha sbagliato i dati, questa è la semplice verità”.
24 gennaio. La Lombardia torna arancione.
25 gennaio. Gli avvocati di regione Lombardia fermano il ricorso al TAR in quanto, essendo stata riclassificata la regione in zona arancione, viene a mancare l’interesse per una decisione urgente del tribunale. Prosegue tuttavia il giudizio in merito, per l’accertamento della realtà storica degli eventi. Fontana usa parole distensive: “non mi diverto a dire è colpa dell’Istituto Superiore di Sanità, del ministero, della regione Lombardia, probabilmente non è colpa di nessuno”.
26 gennaio. Come contributo alla ricerca della realtà storica degli eventi l’Istituto Superiore di Sanità risponde alle dichiarazioni di Fontana con il già più volte citato comunicato n° 8/2021. Nel quale comunicato si può leggere ancora fra le altre cose che l’ISS fa sapere di coordinare la sorveglianza epidemiologica attraverso una piattaforma web e che su tale piattaforma è presente da mesi un manuale d’uso che chiarisce le modalità di immissione dati, precisa che solo le regioni possono aggiornare e rettificare i dati presenti sul database, che l’algoritmo per il calcolo dell’indice Rt non è esile ma basato su standard internazionali, è di dominio pubblico, reperibile sul sito web dell’ ISS ed è stato illustrato ai referenti regionali che hanno contestualmente ricevuto il software per la sua applicazione. Il sistema è in uso da 36 settimane e nessun’altra regione finora ha segnalato anomalie di questa entità sull’immissione dati. Le regioni hanno completa autonomia nel caricamento di aggiornamenti e rettifiche, …, l’ISS da parte sua, laddove ne abbia evidenza o sospetto, può segnalare errori, incompletezze o incongruenze alle regioni, che alle regioni spetta il compito della verifica dei dati e della loro congruità poiché sulla loro solidità si basa l’attendibilità della stima dell’Rt elaborata dall’ISS.
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In conclusione, regione Lombardia ha contato più infetti di quelli che in realtà ci sono, sommando anche centinaia di guariti e portando alla sovrastima dell’indice Rt che determina il colore delle regioni. L’errore è stato sistematico, riconducibile al non aver saputo riportare compiutamente i dati richiesti sul data-base dell’ISS, a differenza di quanto hanno fatto tutte le altre regioni, e nonostante numerose e continue segnalazioni dell’istituto. Sullo sfondo il conflitto politico Stato-regioni rinfocolato ad arte per interessi di partito e di regioni a trazione leghista, il grave danno economico ed esistenziale ai cittadini italiani residenti in Lombardia e a tutti gli italiani per l’ulteriore indebolimento dello Stato.
159° Unità d’Italia, 30 gennaio 2021, Beretta Roberto Claudio