Si apre. Un rischio ragionato. Se va male, più morti e meno soldi. E’ vero, da alcune settimane c’è una lenta discesa della curva dell’incidenza e in molte regioni l’indice di contagio Rt è sotto l’uno. E’ il frutto dell’ennesimo periodo di sacrifici e degli iniziali effetti della vaccinazione di massa. Proprio per questo viene in mente di continuare così fino alla fine. Non manca molto. La cura funziona. Invece c’è chi nega e vuol buttare a mare il nocchiero in seconda.
La ragione ci dice che non ci sono le condizioni per riaprire. I dati epidemiologici non sono affatto rassicuranti. Resta alto il numero delle morti, le terapie intensive e i reparti di area medica sono in sofferenza, il numero attuale di vaccinati non appare ancora sufficiente per contenere la circolazione virale, la variante inglese è molto contagiosa, è controproducente vaccinare in corso di pandemia florida perché si rischia di selezionare varianti resistenti al vaccino, vi sono criticità nella campagna vaccinale per dosi disponibili, logistica, differenti strategie regionali.
Si conta sulla responsabilità degli italiani. Contro il covid siamo agli atti di fede. Il cardinal Federigo resistette fin che potè dal portare in processione il corpo di San Carlo. Aveva capito che era rischioso sia per la fede sia per il contagio.
Invocate e sbandierate da alcuni come liberazione e vittoria su cattivi chiusuristi, le miniriaperture in giallo rischiano di rivelarsi pannicelli caldi per i settori in crisi e un robusto incentivo alla circolazione virale. Già altre volte il precoce “liberi tutti” ha condotto a nuove chiusure e nuovi sacrifici. Agosto, Natale, Febbraio, Sardegna. Un rischioso gioco dell’oca. Torneremo un’altra volta alla casella di partenza? Salvo improvvisi slanci nella campagna vaccinale sì.
Un buon capitano non alza le vele in mezzo alla tempesta. Tantomeno piccole vele per accontentare la ciurma. Le veline non portano in porto e aumentano ragionevolmente il rischio di affondare.
Il virus ringrazia per la nuova chance accordata.
160° Unità d’Italia, 17 aprile 2021, Beretta Roberto Claudio