Più che una crisi di governo pare la crisi della poltrona. Povera poltrona. Nessuno la vuole più. Vituperata, bistrattata, strattonata, respinta, sfigurata, ridicolizzata. C’è chi le preferisce l’olimpo degli ideali, chi lancia strali agli incollati (alla poltrona), chi smania per liberarla dai medesimi, chi vi si diletta col rilancio, gioco appena inventato che consiste nel togliere la poltrona da sotto il sedere dell’uno e di rilanciarla sotto il sedere dell’altra. Tutti fan finta di non sapere che la poltrona è come la natura, rifugge il vuoto, horror vacui, e la poltrona risorgerà prepotentemente dalle sue ceneri. A crisi superata, la poltrona caduta nel dimenticatoio collettivo, il nuovo sedotto sedente potrà così comodamente guardarsi soddisfatto attorno, e in particolare davanti. Si accorgerà allora forse che generalmente la poltrona è accompagnata a una scrivania, prosaicamente un tavolo. La scrivania è un piano ingombro di penne libri computer dossier cancelleria carte su cui scriverci sopra. La scrivania è un luogo di fatica, di impegno, di lavoro, di sudate carte. Questa storia del sudore dicono che in qualche limitato caso non piace tanto ai sedenti. Sudi il contadino il muratore l’artigiano l’autonomo l’infermiere il medico il musicista …. e persino il poeta! E guardate gli studenti, quante ore e quanta fatica fanno a stare alla scrivania. Attorno al tavolo si incontrano persone, si discute, si studia, si decide, si cresce. Ci si fanno briefing e riunioni. Si progetta, si prendono decisioni, si costruisce, ci si responsabilizza. Qualche volta si sbaglia anche. Il presidente Mattarella, che in quanto a fiuto concretezza e tempismo non lo batte nessuno, ha evocato un tempo di costruttori. Allora è fatta, ci siamo, è l’ora delle scrivanie. Se poltrona è termine dispregiativo indicante malapolitica, ebbene la scrivania è l’esatto opposto, il simbolo di una politica visionaria lungimirante operante costruttiva responsabile condivisa. E’ giunto il tempo di distogliere lo sguardo dalla poltrona per dirigerlo verso la scrivania. Innamoriamoci della scrivania. E’ tempo di passare dal sedere al cervello. Dal sedere alla politica.
159° Unità d’Italia, 20 gennaio 2021, Beretta Roberto Claudio