Oggi ricorre la giornata nazionale contro i Disturbi del Comportamento Alimentare (DCA), istituita 3 anni fa dalla presidenza del Consiglio. In Italia sono 3 milioni i giovani che soffrono di DCA, spesso sottovalutati da chi ne è colpito, dai familiari e dall’opinione pubblica: Anoressia, Bulimia, Binge Eating, Obesità, EDNOS, ed altre forme ancora. Il 96% sono donne, il 4% uomini.
Mentre tutti i riflettori sono puntati sull’epidemia Covid-19, non ci accorgiamo che sotto i nostri occhi è in atto una vera e propria pandemia sociale. Nei DCA il corpo diventa il bersaglio di un disagio psichico ben più grande. L’intensa sofferenza psichica che li accompagna, ne costituisce la causa profonda. I DCA compromettono le capacità relazionali, lavorative e sociali della persona, con grave peggioramento della qualità della vita. Spesso si associano ad altre patologie psichiatriche.
Nonostante tutto ciò solo una piccola percentuale di persone chiede aiuto. Da qui è sorta la necessità di istituire una giornata nazionale per difendere i diritti di chi è colpito da disturbi dell’alimentazione, per contrastare pregiudizi e la diffusione di notizie distorte; per sensibilizzare l’opinione pubblica, accrescere la consapevolezza a livello individuale, collettivo ed istituzionale del carattere di epidemia sociale che i DCA vanno assumendo, per creare reti di solidarietà per la persona e la famiglia al fine di affrontare il disagio relazionale, il senso di abbandono e sconfiggere l’omertà che accompagna questi disturbi.
La giornata è stata fortemente voluta da Stefano Tavilla, la cui figlia Giulia morì il 15 marzo 2011 per le conseguenze di un disturbo del comportamento alimentare di cui soffriva: la bulimia.
159° Unità d’Italia, 15 marzo 2021, Beretta Chiara