Contro i medici trentacinquemila nuove azioni legali ogni anno. Studi ed agenzie legali, facendo leva sull’impatto mediatico dei casi di malasanità, offrono la possibilità di agire legalmente contro i medici senza alcun costo a carico della supposta vittima. Da un’indagine sugli errori sanitari condotta da una Commissione Parlamentare d’inchiesta (2015) risulta che il 95% dei procedimenti penali per lesioni personali colpose, a carico di esercenti le professioni sanitarie, si conclude con un proscioglimento, mentre in sede civile le richieste di risarcimento vengono accolte solo nel 34% dei casi. Nonostante ciò, le denunce sono in continuo aumento.
Al punto che più di due terzi dei medici ritiene di correre un maggiore rischio di procedimenti giudiziari rispetto al passato, e di subire una pressione indebita nella pratica quotidiana a causa della possibilità di essere denunciato.
Lo stress da denuncia, cioè il timore di un procedimento giudiziario e della conseguente richiesta di risarcimento, dato il clima attuale presso l’opinione pubblica, ha importanti riflessi negativi sull’attività medica, quali l’assunzione di atteggiamenti difensivi o la rinuncia a trattamenti complessi. Fra i chirurghi c’è chi evita operazioni rischiose o impegnative, limitandosi a eseguire interventi semplici e quasi privi di rischio. In ogni ambito della professione aumenta il ricorso alla medicina difensiva, la prescrizione di un numero eccessivo di esami e di accertamenti, non strettamente necessari dal punto di vista clinico, ma ugualmente richiesti per evitare futuri contenziosi in sede legale o per accontentare e acquietare le pressioni di pazienti e/o parenti. Molti medici inoltre lamentano la perdita di una relazione ottimale con il paziente, quell’alleanza medico-paziente indispensabile al successo della cura. L’eccesso di denuncia conduce allo svilimento della professione medica e al fallimento del SSN. Il costo di questi accertamenti difensivi viene stimato in 11 miliardi di euro all’anno. Naturalmente paga il cittadino (se è di quelli che le tasse le paga).
Se all’incremento delle denunce, sommiamo le aggressioni fisiche agli operatori sanitari, anche queste in preoccupante aumento, rischiamo di assistere ad abbandoni e vuoti di vocazione. Un vero pericolo per la tenuta del sistema sanitario nazionale e per la salute pubblica. Fatto salvo il diritto di assicurare al paziente il giusto risarcimento in caso di errore medico, e bisogna operare per prevenire e ridurre l’errore, è assolutamente indispensabile rivedere la legislazione della responsabilità medica, superando la legge Gelli, anche introducendo penalità a carico del denunciante, da riconoscere quale danno esistenziale al medico qualora sia prosciolto e non ritenuto responsabile dei fatti contestati.
160° Unità d’Italia, 25 marzo 2021, Beretta Roberto Claudio