C’era in gioco molto di più della vittoria italiana nella finale di calcio ieri sera. Come spesso accade nello sport, la competizione travalica i confini agonistici per invadere campi assai lontani, rivestendosi di strane valenze e significati imprevedibili. Così chi ha guardato ieri sera la partita in TV si è ben reso conto che in campo e fuori non si giocava banalmente una partita di calcio, anche se finale di prestigioso torneo. Un aspetto di questa lettura extra-sportiva della vicenda è il seguente. In un torneo di nazioni europee si affrontavano nella finale, fatto singolare, una nazione europea ed una nazione parzialmente europea, anzi al momento non-europea. Quest’ultima ha recentemente deciso di abbandonare l’integrazione con gli altri stati europei per seguire la strada isolazionista del nazionalismo o sovranismo come lo si voglia chiamare. Naturalmente non si possono buttare alle ortiche incancellabili identità storiche e culturali ma tant’è, si aspetterà un ravvedimento futuro, tipo figliol prodigo.
Così una nazione attualmente europea solo per collocazione geografica, contende la coppa degli europei di calcio, fatto assolutamente non solo geografico, alle nazioni europee. E queste sono state via via eliminate! L’Italia diventa l’ estremo baluardo alla beffa di una vittoria di un paese che vuole essere straniero all’Europa, in una competizione di stati europei.
Un furto, un sopruso, una prepotenza, la vittoria dell’Inghilterra, europea solo per geografia, umilierebbe l’Europa e le sue nazioni, europee per identità storiche e culturali, insieme all’idea stessa di Europa unita, suggellerebbe la superiorità del nazionalismo e del sovranismo sull’Unione, il successo della Brexit, oggi nel calcio, ieri con la vittoria autoctona ed anticipata rispetto all’Europa intera contro la pandemia (ma ora l’England è alle prese con la variante delta: la gatta frettolosa ha fatto i gattini ciechi).
Tutta Europa tifava ieri per L’Italia. E l’Italia rappresentava non solo l’Italia e gli italiani, ma tutte le nazioni europee e l’Europa. La sua vittoria supera i confini nazionali per diventare la vittoria delle nazioni europee contro chi l’ha ripudiata. Una rivincita dell’Europa sulla Brexit e sull’infelice e triste scelta nazionalistica. Senza questa dimensione europea la vittoria italiana si riduce a mero campanilismo, a transitoria e buffa celebrazione del sovranismo nostrano.
160° Unità d’Italia, 12 Luglio 2021, Beretta Roberto Claudio