Oggi è la 26° edizione della Giornata della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie. Si tratta di un momento di riflessione e ricordo ma anche di incontro tra associazioni e realtà locali differenti, legate però dal medesimo desiderio di giustizia e denuncia della presenza mafiosa in ogni ambito della vita quotidiana, politica, economica e sociale.
Quest’anno Libera contro le Mafie (tag di @libera) ha deciso di dedicare la ricorrenza odierna alla cultura che, in secondo piano durante la pandemia e fortemente danneggiata, diviene ora più che mai protagonista della lotta contro la criminalità organizzata e la corruzione.
La scelta del nome della giornata è caduta infatti su “A ricordare e riveder le stelle”.
Con queste ben note parole cariche di speranza, il sommo poeta poneva fine alla prima cantica della Divina Commedia, dopo aver condotto i suoi lettori sempre più a fondo nel baratro oltremondano affollato di peccatori, anime dannate, demoni, guardiani mostruosi… un quadro disperato, carico di angoscia, afflizione, violenza; eppure all’ultimo verso del XXXIV° canto ecco aprirsi alla nostra vista un’ affascinante squarcio cosmico, di certo uno dei più noti della nostra letteratura.
Dante e Virgilio, al termine del loro viaggio negli inferi, intraprendono una faticosa salita, fino a quando non fanno ritorno nel “chiaro mondo” e, attraverso un “pertugio tondo”, escono “a riveder le stelle”.
Le stesse parole con cui oggi, e ogni anno, ricordiamo le vittime di mafia.
21 marzo: data non casuale, primo giorno di primavera, auspicio e augurio alla natura in tutte le sue forme e manifestazioni, in vista della fioritura e rinascita dopo la quiescenza, simile a morte, della stagione invernale.
Come i fiori, gli alberi, le colture si rigenerano ogni anno, con una ciclicità che dura invariata da millenni e per altrettanti durerà, così quei morti interrogano e chiedono ancora ragione e giustizia alla nostra coscienza e rimarranno sempre linfa vitale che nutre e alimenta: “Li avete uccisi, ma non vi siete accorti che erano semi”.
I luoghi di cultura sono importanti custodi della memoria, creano consapevolezza ed è per questo che nomi e cognomi di tutte le vittime vengono letti negli spazi culturali di molte città italiane ed anche noi oggi le ricordiamo, rinnovando la nostra memoria e il nostro impegno.
È soltanto nostra la scelta di quale seme raccogliere e far fiorire.
160° Unità d’Italia, 21 marzo 2021, Chiara Beretta, Chiara Di Ninno