150 anni fa la Capitale d’Italia viene trasferita da Firenze a Roma. E’ il 21 gennaio 1871. Pochi mesi prima i bersaglieri sono entrati nella città eterna attraverso la breccia di Porta Pia e Roma diveniva italiana. Il centocinquantesimo di Roma Capitale ci coglie un po’ indifferenti, scettici, molto preoccupati. Roma non possiede più “le imprescindibili circostanze storiche, intellettuali, morali che devono determinare le condizioni della capitale di un grande stato” (Cavour). L’ urbe si è declassata nell’immaginario collettivo a simbolo di malgoverno, di intrighi e malaffare, di cattiva amministrazione, di degrado urbano. Da “roma ladrona” a “mafia capitale” passando per gli indecenti spettacoli perennemente in scena al Parlamento. In un’epoca dove l’economia e l’egoismo conta di più delle qualità morali, intellettuali, e lo studio della storia non tira, Roma non sembra in grado di reggere le sfide dei nostri tempi.
Spinte autonomiste disgregative si consolidano pur in tempo di pandemia, e la nazione non guarda più a Roma come serbatoio di forze propulsive di carattere morale, intellettuale, politico. Risulta difficile persino continuare a credere che l’Italia abbia una capitale, dato che non si intravede neanche un’identità nazionale, né voglia di partecipazione costruttiva alla vita politica dello Stato. Sempre di più i territori guardano ai loro governatori come punto di riferimento identitario. La lega nord, che rappresenta secondo tutti i sondaggi il primo partito in Italia, e la cui ragione sociale per esteso è “lega nord per l’indipendenza della padania”, ha come finalità “il conseguimento dell’indipendenza della padania …. e il suo riconoscimento internazionale quale repubblica federale indipendente e sovrana” (art. 1 dello statuto approvato il 21 dicembre 2019). E continua: “lega nord è una confederazione composta dalle seguenti articolazioni territoriali regionali (di seguito indicate come ‘nazione’ o ‘nazioni’) costituite in forma di associazioni non riconosciute”, segue l’elenco di 13 ‘nazioni’; lascio indovinare le nazioni mancanti. Se il linguaggio è specchio del tempo, viviamo ormai in una selva di ‘nazioni’ cui la maggioranza degli elettori aspira – o dà il consenso inconsapevole a oligarchie che aspirano – per cui è lecito domandarsi se … Roma è ancora capitale? E di quale nazione? La nazione Italia esiste ancora?
Il lavoro che attende gli italiani sopravvissuti per ricostruire l’Italia e fare gli italiani è immane, e forse il treno della storia è già passato, e corre via inarrestabile. Prendere consapevolezza che la nazione, l’unica esistente, è a un passo dalla dissoluzione territoriale culturale e politica è il primo passo per salvare il salvabile. Come barlume di speranza, incassiamo l’unanime solidarietà espressa ieri dai governatori, al fine di “calmierare le sperequazioni” fra regioni, alcune delle quali, per ansia da prestazione o per errata pianificazione, tanto per cambiare, sono rimaste senza vaccini per la seconda dose, in seguito ai mancati arrivi dalla Pfizer. Vedremo se seguiranno fatti, per il momento mi sembra politichese.
159° Unità d’Italia, 21 gennaio 2021, Beretta Roberto Claudio