L’iniziativa dell’ANPI “Muoviamoci” ha lo scopo di risvegliare o rinvigorire nei cittadini i valori fondativi europei, espressi in germe nel manifesto di Ventotene, e di ridare vigore al processo di costruzione dell’Europa come entità politica statuale unitaria. Fra i valori che contraddistinguono l’’Europa c’è al primo posto la pace. Non bisogna dimenticare infatti che l’Europa è nata per superare i nazionalismi, e porre definitivamente fine alle guerre, instaurando un’era di pace fra le genti del nostro continente, e in prospettiva nel mondo intero.
Alla luce di questa premessa, restiamo assai delusi e scoraggiati nel leggere la dichiarazione finale dei leader del G7 in relazione alla situazione in Medio Oriente ed alla crisi israelo-iraniana (*). L’Unione Europea era presente al summit con la presidente della Commissione Ursula von der Leyen, il presidente del Consiglio Europeo Antonio Costa, i leader di Italia, Francia, Germania, tre (dei sei) paesi fondativi. Tre (dei sette) del G7. Il loro compito specifico, conformemente all’imprinting pacifico dell’Europa, sarebbe stato quello di promuovere un’azione diplomatica che portasse attorno ad un tavolo di negoziati i contendenti, contestualmente al cessate il fuoco. E di individuare una proposta accettabile da entrambi le parti (Iran e Israele), che tenesse conto della reciproca sicurezza, nel reciproco riconoscimento all’esistenza, e per quanto riguarda Israele e Palestina nell’affermazione del ben noto principio “due popoli, due stati”.
Ci saremmo aspettati una incisiva azione europea per la pace, e invece, al contrario, è sortita questa posizione guerrafondaia, miope dal punto di vista geostrategico, pericolosa per la sicurezza dei popoli europei, come minimo. In sintesi. Il G7 individua l’Iran come fonte di instabilità e terrore. Afferma che l’Iran non potrà mai possedere un’arma nucleare. Israele ha il diritto di difendersi. Noi siamo dalla parte di Israele. Esortiamo una de-escalation delle ostilità, da ottenere con la risoluzione della crisi iraniana, compreso un cessate il fuoco a Gaza. Dobbiamo proteggere i civili. Come si vede è un comunicato che allontana la risoluzione della crisi poiché non vi è alcuna traccia di negoziati, che investe tutte le energie e le speranze sulla forza militare di Israele e suoi alleati, si aggrappa ad esortazioni a vanvera, si preoccupa dei civili in generale senza specificare, si culla nell’illusione di una de-escalation e di un cessate il fuoco. Facendo leva sulla forza si destabilizza l’intero Medio Oriente con gravi conseguenze per il mondo intero (si pensi al petrolio o al terrorismo). Schierando l’Occidente con Israele aggressore e contro l’Iran in questo caso percepito come vittima i leader del G7 mettono in pericolo tutti i popoli europei e l’occidente in senso lato. Sostenendo l’azione del premier di Israele, accusato di crimini di guerra dal tribunale dell’Aja, che tra l’altro ha sede in Olanda, Europa, si delegittima un’istituzione internazionale che ha visto la luce a Roma, Europa, e che conta fra gli aderenti Italia, Germania, Francia, Canada, Giappone, i quali dovrebbero al contrario arrestare l’interessato, e non incoraggiarlo in altre imprese criminali. Proclamare al mondo intero l’Iran come la principale fonte di instabilità e terrore può essere in parte vero, ma è assolutamente controproducente ai fini della ricerca di una soluzione della crisi. Se è vero come si dice che Israele punta a un regime-change in Iran, lo destabilizzatore in questo caso è evidentemente Tel Aviv, non Teheran. Con gli accordi di Vienna del 2015 l’Iran aveva accettato di eliminare le sue riserve di uranio arricchito, di convertire gli impianti di arricchimento nell’ottica di una non-proliferazione nucleare, di accettare i controlli dell’AIEA. In cambio otteneva la sospensione delle sanzioni occidentali. Tre anni dopo gli Stati Uniti con Trump su richiesta di Israele uscivano unilateralmente dagli accordi. Risultato: il programma nucleare iraniano è ripartito. Perché gli europei del G7 non hanno riproposto nuovamente gli stessi termini dell’accordo? Forse Teheran avrebbe accettato. Erano in corso negoziati in Oman. Sui quali Israele con l’attacco militare a Teheran e ai siti nucleari ha messo una bella pietra. Come pure ha spostato l’attenzione dalle stragi in corso a Gaza.
Bisogna cominciare a considerare il fatto che le controversie fra gli stati si affrontano pragmaticamente e con maggior frutto con il dialogo, non distruttivamente e onerosamente con le armi. Speriamo in un ripensamento.
cittadiniditalia, 19 giugno 2025, 165°unitàditalia
(*) G7, La dichiarazione dei leader ; fonte: adnkronos, 17 giugno 2025
https://www.adnkronos.com/politica/g7-iran-israele-dichiarazione-finale-oggi_2TEXZyP7HImfe7HjqDNimr
“Noi, leader del G7, ribadiamo il nostro impegno per la pace e la stabilità in Medio Oriente”
“In questo contesto, affermiamo che Israele ha il diritto di difendersi. Ribadiamo il nostro sostegno alla sicurezza di Israele. Affermiamo inoltre l’importanza della protezione dei civili. L’Iran è la principale fonte di instabilità e terrore nella regione”.
“Siamo sempre stati chiari sul fatto che l’Iran non potrà mai possedere un’arma nucleare. Esortiamo affinché la risoluzione della crisi iraniana porti a una più ampia de-escalation delle ostilità in Medio Oriente, compreso un cessate il fuoco a Gaza”.
“Resteremo vigili sulle implicazioni per i mercati energetici internazionali e saremo pronti a coordinarci, anche con partner che condividono gli stessi ideali, per salvaguardare la stabilità del mercato”.