Il lupo perde il vizio ?

L’azione del nuovo governo presuppone unità e dialogo tra forze eterogenee. Più d’una di queste forze ha disegnato le proprie fortune con modalità di comunicazione incentrate sull’esistenza di un nemico. Come si adegueranno al nuovo scenario? Ideologie e sistemi politici passati e presenti hanno sovente incardinato il proprio potere attorno al nemico. Il nemico serve alle persone più fragili per definire altrimenti la propria identità. Nel riconoscersi diversi da qualcun altro rappresentato come nemico si definisce in negativo il proprio recinto di valori. Nello stesso tempo il nemico, in quanto opposto al nostro sistema di valori, rappresenta l’ostacolo da abbattere necessariamente, e la lotta, che si prefigura vittoriosa, darà una misura della propria forza e della bontà della propria dimensione valoriale.

E se il nemico non c’è, come spesso accade, ebbene bisogna costruirlo artificialmente. E deve essere il più possibile minaccioso per la propria sicurezza, terrorizzante, ripugnante, esecrabile, ridicolo, incapace, bizzarro, diverso, e ciò al fine di essere percepito come altro da sé, e quindi da abbattere. Per raggiungere lo scopo l’idea del nemico deve essere alimentata ed evocata instancabilmente, mantenere viva la sua immagine riprovevole, deriderlo. Per potercisi schierare contro.

La comunicazione persuasiva necessaria per far vivere il nemico assume le caratteristiche della propaganda. Si adoperano toni cupi, urgenti, imperativi, concitati urlati virili minacciosi, che hanno lo scopo di suscitare emozioni forti, paura, rabbia, desiderio di vendetta, e di incitare alla lotta. Gli slogan, le parole d’ordine, semplificatrici di realtà complesse, sono reiterate all’infinito. L’informazione veicolata è subdola, ingannevole, parziale, fuorviante, le fonti non sono chiare o verificabili, mai citate. E’ in verità disinformazione. Spesso accompagnata dalla manipolazione. Il traguardo della propaganda è un’adesione acritica totale e assoluta a un sistema di idee e di regole e a un capo, l’uomo solo al comando.

159° Unità d’Italia, 18 febbraio 2021, Beretta Roberto Claudio

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